Canzone ritrovata, che ha un'”energia allegra”, che è stata probabilmente scritta da un marinaio adolescente in una baleniera in Nuova Zelanda negli anni ’30 dell’Ottocento.
Persino dal “retro del nulla, lontano da qualsiasi città” – per non parlare del mare – John Archer ha saputo del risveglio delle baracche marine prima di chiunque altro. Dalla sua casa di Ōhakune, senza sbocco sul mare, Archer aveva notato un forte aumento dei visitatori del sito web della canzone popolare neozelandese che aveva creato nel 1998. Un’epopea marinara del 19° secolo era di particolare interesse: Soon May The Wellerman Come.
Le opinioni sulla voce altamente dettagliata e compilata con cura di Archer per la baracca sono aumentate inaspettatamente a fine settembre, la maggior parte proveniente dagli Stati Uniti. “Ho pensato, è strano'”, dice Archer, un ex insegnante che per primo ha creato NZ Folk Song come risorsa didattica. “Non sapevo nulla di TikTok.” Da “nessuna visita” per la maggior parte dell’anno scorso, il resoconto di Archer Wellerman ha ora ottenuto quasi 10.000 visualizzazioni in sette giorni, guidato dall’improvvisa rinascita di baracche marine su TikTok.
Non solo per marinai ubriachi: come le baracche marine hanno preso il sopravvento su TikTok
Nathan Evans, un postino di 26 anni e aspirante musicista da fuori Glasgow, è accreditato di aver avviato la tendenza “ShantyTok” con la sua travolgente interpretazione di Wellerman, pubblicata a fine dicembre. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la popolarità a sorpresa di Wellerman viene additata come prova del bilancio mentale di un blocco durato mesi, ma la baracca stessa proviene dagli Antipodi e racconta di un punto cruciale nella storia dell’Australia e della Nuova Zelanda. Un “Wellerman” era un dipendente della compagnia di navigazione Weller Brothers con sede a Sydney, che dal 1833 era il principale fornitore di provviste – come “zucchero, tè e rum” del ritornello della baracca – alle stazioni balenieri sulle coste della Nuova Zelanda.
L’occhio malinconico dei balenieri su una data futura “quando il tonguin’ sarà finito / Ci prenderemo congedo e andremo” si riferisce alla pratica di spogliare il grasso dalle balene spiaggiate.